“La Bellezza salverà il mondo” (Fedor Dostoevskij)
Dal 5 al 26 febbraio 2022 si è svolta, presso la chiesa di Santa Maria del Torresino a Cittadella, la mostra didattica itinerante “I Mosaici di San Marco a 1600 anni dal Natale di Venezia”, curata dal Prof. Roberto Filippetti e realizzato grazie al contributo del Rotary/ RotarAct di Cittadella – Alta Padovana.
Una serie di pannelli illustrativi che riproducono in dettaglio i cicli musivi di matrice bizantina e veneziana della Basilica di San Marco. All’iniziativa hanno aderito ragazzi e ragazze volontari di III, IV e V superiore, proveniente da due diversi istituti (il Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Cittadella e l’I.T.S.C.T. “Einaudi-Gramsci” di Padova), per accompagnare i visitatori alla scoperta dei “segreti nascosti” che sono, paradossalmente, sotto gli occhi di tutti.
Mi chiamo Davide, ho 19 anni e frequento la classe 5° Liceo Classico di Cittadella. Ho partecipato al progetto essenzialmente per due motivi: 1. sono un grande amante dell’Arte, della Storia e della città di Venezia; 2. questa iniziativa viene conteggiata per gli studenti come attività di “alternanza scuola-lavoro” (PCTO), funzionale a livello didattico per aiutare gli scolari ad accedere al mondo del lavoro.
Per molti studenti che, come me, hanno voluto cogliere questa occasione si è rivelata un’esperienza affascinante. La possibilità di poter apprendere e divulgare la storia, o meglio le storie, che i mosaici ci raccontano è stato un onore e un onere. Infatti, studiando le dispense e altri materiali utili per l’esposizione, mi sono reso conto che queste opere straordinarie sono in realtà un vocabolario di nozioni che al giorno d’oggi, purtroppo, sono note solo agli “addetti ai lavori”; la gente comune ha perso completamente quella consapevolezza che l’uomo medievale, invece, possedeva. Ogni gesto, ogni figura, ogni espressione, ma anche ogni pianta o animale contiene dei messaggi forti e profondi, capaci di penetrare l’animo umano, ma solo se vengono colti e analizzati. Naturalmente, tale perdita non deve essere vissuta con vergogna, bensì come un’opportunità per riscoprire come le generazioni precedenti la pensavano quasi otto secoli fa.
L’intero ciclo di mosaici è un modo per aiutare lo spettatore a comprendere la religione cattolica e il legame che essa ha con i veneziani, a partire dal principio della Genesi fino alla Resurrezione di Cristo. All’inizio di ogni esposizione, per spiegare tale concetto, dichiaravo ciò che segue: “Far capire al fedele attraverso una narrazione per immagini la Parola di Gesù. Si tratta di un viaggio dell’arte, ma anche di Fede, Speranza e Redenzione, in una parola: mistagogico, che significa: introduzione al mistero”. Quale mistero? Il Mistero della Salvezza che Dio ha promesso all’umanità.
“Per i veneziani, chi meglio del leone di San Marco poteva rappresentare la loro potenza, il loro vigore e il loro status di difensori della Fede?”
Tutto questo per me, sia come studente sia come credente, ha avuto un significato enorme. Ho compreso come facessero in un’epoca senza i social, senza le televisioni, senza internet e la tecnologia, far arrivare comunque un messaggio chiaro alla gente, capace di spronarla a dare il meglio di sé.
La sensazione che si prova di fronte a questi capolavori è di una modernità disarmante: un Credo che non si impone con la violenza, ma anzi che rispetta le tradizioni di ogni popolo; una Speranza che non ci abbandona nemmeno nei momenti più drammatici, oppure, al rovescio, un’arroganza che, come i farisei che condannarono Gesù, ci rende ciechi di fronte alla sofferenza altrui. Echi di eventi che avvengono ancora oggi.
L’intento che sta alla base di questo progetto è incentivare la visita alla Basilica di San Marco, vero e proprio cuore spirituale della città lagunare. Un’occasione per ri-scoprire ciò che di bello ha da offrire la nostra regione e il nostro Paese, dopo quasi due anni di pandemia. L’aspetto più importante, anche se può sembrare banale, e che non ho mai mancato di sottolineare è questo: dando importanza all’opera d’arte, si dà importanza anche agli artisti che l’hanno realizzata.
Sono le persone straordinarie che fanno cose straordinarie.
Il mio augurio è che, attraverso questa mia testimonianza, ci sia sempre di più l’opportunità di mostrare il meglio dell’ingegnosità umana.
Cordialmente,
Davide